6 gennaio 2012

ANDIAMO INCONTRO ALLA CRISI… SEMINANDO PER RACCOGLIERE….

L’Italia conta oltre 4 milioni di immigrati, con un aumento, negli ultimi undici anni, del 260%. Età media di 31 anni. Provengono principalmente da Romania (oltre 960 mila), Albania (482 mila) e Marocco (452 mila). Al Sud sono 439 mila. gli immigrati sono in numero maggiore laddove c’è maggiore possibilità lavorativa. Oltre 3 milioni (16,3%) sono inseriti nel mercato del lavoro. Nel 2010 ci sono state 2.145.930 assunzioni, soprattutto nel settore dei servizi, dell’industria e della siderurgia. Rispetto agli italiani, gli stranieri hanno una spiccata propensione alla mobilità territoriale e appaiono più laboriosi anche in settori tradizionali. Gli occupati nel settore agricolo sono 274.779, con un incremento, rispetto all’anno precedente, di oltre 7 mila unità. La Calabria, in tal senso, presenta un incremento di 3.087 unità in più. A Cosenza, in particolare, il 35, 1% degli immigrati è impiegato nel settore agricolo. Gli stranieri, però, mostrano anche una particolare capacità imprenditoriale, seppur a livello di piccolo imprenditore. Titolari d’impresa, nel 2010, erano 228.540, frutto di un aumento vertiginoso nell’ultimo biennio. Tanti anche gli infortuni sul lavoro (120.135) e le morti bianche (138). Stranieri attenti e previdenti. Nel 2010 quasi 1,5 milioni erano iscritti ai diversi sindacati. Gli immigrati lavoratori nel settore agricolo sono tanti. Basti pensare alla piana di Sibari, in provincia di Cosenza: lì vi è il numero più alto di impiegati stranieri nel settore primario di tutta Italia!! Forse, per produrre, basta riaffidarsi alla terra. Occorre allora invitare a ritornare indietro, alle forme primarie di sostentamento. Ciò non è altro che proporre una scelta verso l’agricoltura, una crisi ragionata verso radicanti e foglioline. Andiamo incontro alla crisi… seminando qua e là per raccogliere crescità, equità. Per raccogliere speranza.
Cristofer Colombo

1 commento:

  1. Riaffidarsi alla terra oggi sembra un miraggio..eppure è lì l'unica certezza alimentare, l'unica speranza di sopravvivenza..dite che dobbiamo attrezzarci?

    RispondiElimina